giovedì 7 maggio 2015
Il Vischio
Sapevate che 10 bacche di questo simpatico arbusto sempreverde sono letali?
Quando penso al vischio mi vengono in mente due immagini:
La prima è la tradizionale usanza di alcuni popoli celtici di scambiarsi un bacio sotto questo arbusto in segno di pace o di un patto suggellato.
La seconda riguarda il preparato che si ottiene facendo bollire le bacche del vischio dal quale si ottiene una soluzione simile a colla che viene spalmata sui rami di alberetti artificiali cui vengono inseriti inserti di canne e rametti tutti ben coperti di colla vischiosa per cacciare gli uccelli.
Con il vischio naturale è possibile liberare le ali del malcapitato volatile di tipo proibito.
Insomma una tecnica di caccia.
E' risaputo, qualcuno lo avrà notato con i propri occhi che gli uccelli catturati più si dibattono più rimangono invischiati.
Perchè mi affascina questo simbolico arbusto?
Perchè ha un significato antico, come antico è il legame costrittivo che simboleggia nella realtà.
Il vischio come augurio annuncia una prosperità ancora non raggiunta, appunto se la augura.
Una prosperità si fonda oltre che sulla ricchezza di possedimenti e beni anche sulle alleanze, spesso il bacio del vischio si trasforma in colla e in un legame più che tossico.
Ma torniamo al nostro volatile, immaginate un passero preso nel vischio.
Non ha via di fuga, è bloccato, il suo impeto di volare è bloccato.
Nella letteratura psicologica e psichiatrica la definizione di fissazione suona un pò meno melanconica ma è sostanzialmente la stessa:
Per fissazione si intende lo stallo di una pulsione che non trova sbocco.
Non è forse così che ci sentiamo quando ci impantaniamo in una situazione, in un legame con cose o persone o con le nostre stesse abitudini?
Più ci muoviamo per liberarci, più il mondo sembra volerci impelagare ulteriormente.
Funziona più o meno così la sequenza della Gabbia:
Ci lusingano, ci seducono, ci abbindolano, ci adescano, ci compromettono e siamo intrappolati.
Teniamo conto che questi verbi possono essere coniugati preferibilmente alla prima persona singolare quando parliamo del nostro mondo interno e della nostra responsabilità rispetto a ciò che ci accade.
Come Terminator 1 senza evoluzione rimaniamo fissati ad un solo target, procedendo per eliminazione (rimozione) di tutte quelle nozioni e di quelle esperienze che ci permetterebbero di interrompere la ripetizione di un assalto ad un unica cosa.
Per tutta la vita la nostra colla è il rischio di un unico copione di vita appreso o costruito da noi stessi, un solo modo di gestire sofferenze o traumi, un solo modo di credere a noi stessi, presentiamo alla nostra mente come automi una serie di fotografie, o al massimo una timelapse che ci dia l'idea del movimento ma essenzialmente rimaniamo fermi in un circuito di basso profilo che ci fa risparmiare energia, inizialmente infatti la ripetizione e l'abitudine ci aiutano realmente a risparmiare energia.
Unico problema è che quando non accogliamo ciò che la vita trasformerebbe, per vivere la nostra vita nella sicurezza dell'abitudine siamo disposti a sacrificare la salute del nostro corpo in onore ad una malattia o la nostra felicità all'altare di sacrifici non richiesti e senza senso.
Ma quale è il mio vischio?
Il vischio è per me il dialogo impossibile interreligioso e spirituale tra le persone, che non è più quello con l'Islam o con altre tradizioni spirituali o filosofiche come il buddismo, ma tra gli stessi cristiani.
Dio si è rivelato ai più piccoli e ai meno sapienti ma non a tutti quelli che fanno parte di questa categoria.
Esistono poveri, pastori, bambini, ignoranti che non sanno e non riconoscono chi è Dio, ne lo rispettano, non sanno cosa voglia dire "la parola di Dio".
Va da sè che essere di Cristo è improvvisazione di grazia per alcuni ma deve essere disciplina di amore per tutti.
Il cervello cristiano spirituale non è più complesso o più difficile da spiegare o ha dei requisiti più rispettabili delle altre tradizioni spirituali.
Ha solo vitale bisogno di un'integrazione completa della persona umana, tutto questo non si compie se non in grazia di Dio, nella piccolezza Dio sceglie.
Ma vale anche il contrario, per chi ricerca e non ha ancora ricevuto la grazia di Dio, è a mio avviso suo dovere ricercare l'integrazione e il lavoro su di se per quanto riguarda le emozioni, la mente e il corpo in una tutela di tutto se stesso, in modo da poter accogliere in modo sano e salvifico la parola di Dio e poterla esprimere con tutta la sua vita.
Se tutto questo non avviene la relazione tra cristiani ne risulta invischiata.
Troviamo un fango in cui ci dibattiamo in questo contenzioso digitale e rimane l'amarezza di non aver incontrato l'altra persona e di muoverci in un terreno alquanto paludoso e non riceviamo la sferzata d'acqua viva che è Gesù Cristo.
Il nostro dovere è un dovere di consapevolezza dello stato in cui siamo, noi e la relazione con l'altro fratello , uno stato fisico dove ne riconosciamo lo stato liquido, gassoso o solido.
Cerchiamo di lavorarci su, in quanto la crescita di noi stessi avviene esclusivamente in relazione, non può avvenire in meno di 2 persone.
Dio persona si propone in questa forma di crescita, nella relazione, proprio perchè fatti a sua immagine e somiglianza, crescendo nella relazione tra noi e LUI possiamo imparare a crescere nella relazione con l'altro.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento