mercoledì 22 aprile 2015

La grande Gru



Le Gru mi hanno sempre affascinato, sin da piccolo, grandi, forti, discreti esseri rivelano la loro presenza sopra le nostre teste solo con il loro "Kru" meccanico.
In pratica spostano e sollevano merci più o meno grandi quando con i mezzi di terra sarebbe impossibile o quantomeno improbabile.
Mi è venuta la consueta similitudine: ho pensato all'educazione dei miei figli, come arte di avvicinarsi agli altri e insegnare loro come sapersi avvicinare a momenti, opportunità e risorse nella loro vita.
In particolare pensavo all'educazione alla fede.
Parlo di questo, perchè molte volte mi perdo nel preparare un vademecum di mie esperienze e conoscenze di vagabondaggio nel mondo seguendo quell'elenco per cui gli esseri umani si distinguono dalle altre specie, ovvero: la costruzione di strumenti, il linguaggio, l'arte, la musica, l'accumulo di conoscenze, l'uso di piante come scopi alimentari o terapeutici, ma non preparo debitamente i miei figli alla dimensione del sacro.
Si potrebbe pensare che curando il fattore esistenziale o quello psicologico si possano tenere a bada le nostre angoscie rispetto alle " Domande Fondamentali", in quanto il sacro ha una componente fortemente biologica, in effetti l'espansione dei nostri lobi frontali ci permette:
a) di non fare sempre cazzate ( capacità di inibire alcuni comportamenti).
b) pensare di essere dei maghi ( possibilità di immaginare e di anticipare il futuro).

Ma, anticipare il futuro significa generare ipotesi sul nostro futuro e avere la consapevolezza della nostra morte.
Ma, della morte possiamo solo avere una misera consapevolezza, il resto è grazia e mistero.

Quindi sviluppare una sensibilità religiosa è un calmante all'angoscia scaturita da queste domande.
Può rivelarsi un'illusione o una grande suggestione se non utilizziamo gli strumenti giusti.

La grande Gru è uno di questi strumenti, è potente, nel trambusto dell'azione urbana lo abbiamo costruito come un grande braccio che passa sulle nostre teste, un peso che per gli altri oggi è insormontabile può essere portato da noi con discrezione per un tratto di strada e per un tot di tempo. può volerci un attimo a spostarlo per far riposare l'altro.
E' un atto che trova senso se riconosciamo che alcune volte anche noi abbiamo bisogno di qualcuno che sollevi e sposti certe nostre angosce, preoccupazioni, fatiche per poter riprendere fiato e con più forza e con più energie poterlo fare a nostra volta con i nostri figli e fratelli.

La grande Gru non è solo frutto della nostra volontà, è qualcosa che adoperiamo in un movimento verso l'alto e verso l' altro in uscita da noi stessi, è una sensibilità coltivata con preghiera azione e studio. 

Tutto ciò che la città ci offre lo vediamo ogni giorno, perchè non osare guardare in alto?







 

2 commenti:

  1. guardare in alto... siamo forse troppo "ingobbiti" dal peso delle nostre preoccupazioni... abbiamo forse paura di lasciarci aiutare a spostare e far portare il peso a chi ci tende una mano dall'alto... una grande gru...
    osare di rivolgere lo sguardo verso l'alto implica che si raddrizzi la schiena e il collo in modo da vedere da un altro punto di vista ciò che ci circonda... ecco che ci vuole coraggio, entusiasmo, voglia di vedere e osservare le cose da un altro punto...
    una mia personale visione? Dio sta li pronto a darci un sollievo, un aiuto... e noi, da quaggiù, potremmo darlo a chi ci sta accanto ed è più "ingobbito" di noi ;)

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  2. Grazie Angelo, una preziosa riflessione e spunto d'azione, del resto impariamo dal più grande maestro che si è fatto servo.

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